La Blonde d’Aquitaine è allevata con un ciclo produttivo interamente basato sul benessere dell’animale. Nelle prossime righe si approfondiranno le implicazioni che ciò comporta e i benefici sulla qualità finale della carne, tali da renderla un’eccellenza europea.

Infatti, la razza Blonde d’Aquitaine è allevata con passione in Italia a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, soprattutto nelle regioni del nord Italia, da allevatori che mettono al primo posto la salute del bestiame. In Piemonte, in particolare, si è sviluppata una vera e propria filiera produttiva, che ormai vanta centinaia di produttori e un totale di oltre 60.000 capi.

I vitelli: il punto di partenza del ciclo produttivo

Gli allevatori della Blonde d’Aquitaine in Italia si prendono cura dei bovini sin dai primi anni di vita. La filiera ha inizio con l’acquisto e l’importazione dei Broutards dall’Aquitania, regione della Francia meridionale al confine con la Spagna e a ridosso dei Pirenei.

I giovani vitelli, una volta svezzati, arrivano negli allevamenti italiani con un peso medio variabile tra i 250 e i 350 kg. Di solito hanno un’età compresa tra i 6 e i 12 mesi, cosicché non necessitino più del latte materno e abbiano già un rumine ben formato. Ciò è fondamentale per iniziare il cosiddetto ciclo di ingrasso.

È Asprocarne Piemonte, per i suoi 470 soci, a preoccuparsi di verificare e garantire che i vitelli Blonde d’Aquitaine siano portati in Italia ad un’età adatta all’allevamento. Si occupa, inoltre, di supervisionare le stalle affinché siano soddisfatti elevati standard qualitativi.

Un esemplare di Blonde d'Aquitaine

Il ciclo produttivo della Blonde d’Aquitaine

La filiera produttiva che vede protagonista la Blonde d’Aquitaine può essere suddivisa essenzialmente in 3 passaggi: adattamento, ingrasso e finissaggio. Nei paragrafi seguenti si prenderanno in considerazione le peculiarità di ciascuna delle tre fasi. Mostreremo in particolare gli elementi che distinguono la Blonde d’Aquitaine dalle altre razze e la rendono un’eccellenza a livello mondiale.

Fase di adattamento

In Italia, l’allevamento di un vitello Blonde d’Aquitaine prende le mosse da una prima fase di adattamento. Questo primo periodo dura in genere 30/40 giorni, durante il quale i vitelli mantengono un’alimentazione ricca di cereali e fibre, prima di passare a una dieta basata su amidi e zuccheri. 

Per garantire un ambiente adeguato in cui crescere, gli animali sono sistemati in box da non più di 12 capi, affinché ciascuno di essi abbia tutto lo spazio necessario. In ciascuno di essi, oltretutto, con il tempo si crea una sorta di gerarchia tra le bestie, fondamentale per il mantenimento dell’ordine. I vitelli sono poi raggruppati per peso ed età al fine, questa volta, di agevolare gli allevatori.

Sempre nell’ottica di un benessere animale ottimale, dopo il lungo viaggio che li porta dai pascoli francesi alle stalle italiane, ai bovini viene concesso un periodo di riposo così da neutralizzare lo stress e garantire il corretto funzionamento del sistema immunitario. Solo in seguito vengono gradualmente vaccinati contro le malattie respiratorie più comuni.

Rimane centrale l’attenzione alle stalle: è fondamentale che tutti i vitelli abbiano una propria lettiera e gli abbeveratoi sono costantemente riforniti con acqua fresca e pulita.

Ciclo produttivo della Blonde D'Aquitaine in Italia

Fase di ingrasso

Al termine dell’adattamento, i vitelli entrano a tutti gli effetti nella cosiddetta fase di ingrasso (o di ristallo). Si tratta della fase più delicata del ciclo produttivo, perché viene stravolta la loro alimentazione. A questo punto, infatti, si passa a una dieta proteica con l’obiettivo di accrescerne la massa muscolare. 

Questo secondo stadio ha una durata compresa tra i 4 e i 6 mesi. È il periodo durante il quale i bovini sono più vulnerabili. Per tale ragione è bene ridurre al minimo lo stress perché, proprio come negli umani, questo potrebbe causare un cedimento del sistema immunitario, se non, addirittura, l’insorgere di gravi patologie. È opportuno, pertanto, il monitoraggio del veterinario aziendale, in grado di stabilire con certezza lo stato di salute del bestiame.

Fase di finissaggio

La vera peculiarità della Blonde d’Aquitaine, segreto della ineguagliabile qualità della sua carne, è la fase di finissaggio. Si tratta di un breve periodo di durata variabile tra le 3 e le 4 settimane. In questo frangente la dieta degli animali subisce un ulteriore aggiustamento. In particolare, viene rimoderato l’apporto proteico in favore di una maggiore, seppur limitata, quantità di zuccheri. Ciò ha il preciso obiettivo di ispessire lo strato di grasso tra i muscoli: è proprio questo, infatti, a rendere la carne della Blonde d’Aquitaine così tenera.

A questo punto i vitelli sono pronti per entrare nell’ultima fase della filiera: è la cosiddetta fase di trasformazione o, in altre parole, la macellazione. A questo punto i vitelli hanno raggiunto un’età compresa tra i 15 e i 22 mesi. Il loro peso si aggira intorno ai 700kg per i maschi e intorno ai 500kg per le femmine.

Esemplari di Blonde d'Aquitaine - ciclo produttivo in Italia

Blonde d’Aquitaine: felice lei, felice tu

Diversamente, la Blonde d’Aquitaine, per ottenere la certificazione di qualità del Sistema di Qualità Nazionale zootecnia (SQNZ) garantita dal Consorzio Sigillo Italiano deve essere allevata in condizioni ottimali. Come abbiamo già esposto in questo articolo, i vitelli che giungono in Piemonte dai pascoli francesi sono cresciuti e curati in spazi adeguati, con un’alimentazione sana e controllata e una opportuna supervisione di veterinari. 

Altro aspetto cardine è racchiuso nell’attenzione a non stressare l’animale, cosicché non rilasci ormoni e altre sostanze che ne rendano la carne dura. Per questo possiamo parlare di carne naturalmente tenera Blonde d’Aquitaine: felice lei, felice tu.